L'orto istantaneo
"Perche’ il controllo della nostra vita inizia con il controllo di quello che mangiamo, per l’autogestione delle nostre verdure, eccetera eccetera"
 
  La pacciamatura a strati e’ una tecnica per creare un orto da un pezzo di terra incolto nel giro di pochi mesi senza doversi spaccare il culo per zappare e senza dover rimontare la terra per fare le pröos. E’ ideale in situazioni in cui non si ha la sicurezza di rimanere su un pezzo di terra indefinitamente e non si ha molto tempo o testa o voglia di spaccarsi la schiena nell’orto. In Inghilterra e’ usatissima nei campi di protesta illegali per bloccare la costruzione di nuove strade e negli squat in città.

Va bene per qualsiasi tipo di terreno, a parte quello duro come il cemento. Per quel tipo costruisci dei contenitori di legno e compostaci sopra per un po’ prima di iniziare.
Pacciamare significa fare uno strato di materiale degradabile che fornisce nutrimento al terreno e blocca la crescita delle erbacce. La pacciamatura a strati sopprime tutte i tipi di erbacce, l’importante e’ ricoprire tutta la superficie disponibile di piante e verdure, e pacciamare tutta la zona. Per questo e’ consigliabile iniziare con un’area di circa 4 metri quadrati per poi allargarsi a secondo delle possibilità e della voglia. Se puoi copriti le spalle da un’invasione di erbacce dalle retrovie seminando vicino alla casa. Inizia in prima primavera per un raccolto estivo.

Passo per passo:
1. Schiaccia le erbacce e taglia quelle più grosse, lasciandole lì. Cospargi il tutto con merda di polli, aggiungi un secchio di gesso (optional), oppure ossa e sangue (per aggiungere azoto ed iniziare il processo di decomposizione delle erbacce). Si può aggiungere anche un secchio o due di rifiuti organici dalla cucina a beneficio dei vermi. Fregatene di arare, scavare, rivoltare la terra o strappare erbacce.
2. Piastrella il tutto con fogli di cartone. Oppure si possono usare giornali (occhio che l’inchiostro non sia a base di vernici tossiche), vecchia moquette (non sintetica), o qualsiasi altra cosa biodegradabile. Sovrapponi ciascun foglio di almeno 20 cm l’un con l’altro e ricopri tutta l’area senza lasciare neanche un buco da cui le erbacce possano ricrescere. Se c’e’ un alberello che vuoi tenere, fai un buco nel cartone e inziccagli il tronco dentro. Bagna il tutto ben bene.
3. Aggiungi uno strato di 7 cm di letame, o paglia di stalla, o letame di polli, o foglie compostate e non. Una di queste cose oppure un mix di quel che riesci a trovare. Tutte queste cose contengono elementi essenziali al terreno e trattengono bene l’acqua.
4. Aggiungi uno strato di almeno 15cm fatto di paglia secca (non fieno), oppure aghi di pino, o pulla di riso, o gusci di noci, o foglie secche o pezzi di corteccia o segatura, o un mix di tutte ste cose. (La paglia da sola va già bene)
5. Annaffia il tutto finché bello bagnato e lascia che si assesti per una settimana o due, continuando a bagnare. Poi, piglia i semi grossi (fagioli, piselli), i tuberi (patate), le piantine (erbe, pomodori, lettuga, ecc…) e piantali facendo così: scava un buco nello strato di pacciamatura superiore fino allo strato di cartone. Fai un incisione nel cartone. Piazza due manate di terra in sto buco e pianta il seme, il tubero o il germoglio. Per semi e tuberi rimettigli la pacciamatura sopra (non troppo spessa). Per i germogli riporta la pacciamatura fino alla base della pianta, lasciando fuori le foglie.

Le radici (carote, patate, ecc...) non rendono tantissimo nel primo anno, in quanto il terreno sotto e’ ancora compatto e/o c’e’ troppo letame. Se lo trovi, pianta del Radicchio Daikon che ha una radice di un metro e spacca il terreno compatto. O gli fai una proos separata o sennò pianta la maggioranza delle radici nel secondo anno, quando basta spostare un po’ lo strato superiore per vedere uno strato di terra scura e fine. Dopo la prima estate, il suolo e’ rivoluzionato e sarà zeppo di centinaia di vermi e batteri tutti al lavoro per rigenerare terreno fertile. Allora basta aggiungere un po’ di pacciamatura allo strato superiore per alzare il livello mano a mano che si abbassa. Un mix di pezzi di corteccia, aghi di pino, foglie secche e paglia va benissimo. Spargi un po’ di ossa e sangue se vuoi. Le piante annuali hanno bisogno di un po’ di pacciamatura fresca dopo il raccolto; le foglie e le piante morte (tipo i pomodori) basta infilarle sotto il primo strato perché si decompongano e aggiungano nutrienti al terreno. Idem per i rifiuti della cucina tutto cio che sia biodegradabile. Là sotto i vermi sono così attivi che foglie e bucce spariscono in una notte. I giubbotti di pelle ci mettono un po’ di più, un paio di jeans sparisce in due settimane e un’oca morta in tre quattro giorni.

Durante il primo anno bisogna bagnare abbastanza spesso, in quanto lo strato fungoso alla base della pacciamatura ci mette un po’ a svilupparsi. Così come in tutti gli orti, le piante e i semi appena piantati hanno bisogno di essere bagnati spesso.
Con questo sistema non c’e’ nessun bisogno di fare una rotazione delle colture, o di lasciare riposare la terra. Le patate nuove vengono semplicemente aggiunte sopra la vecchia pacciamatura e ripacciamate.

Visto che non c’e bisogno di lasciar spazio per zappare o scavare, le piante possono essere seminate un casino più vicine l’una con l’altra, e preferibilmente mischiate fra loro anziché in file ordinate. Volendo si può seguire una tabella di consociazione avvicinando piante che si aiutano l’una con l’altra, tipo basilico e pomodoro, marijuana e patate (pare che la maria tenga lontana la boia delle patate). Ci sono in giro libri sulle consociazioni. Tutte le erbe aromatiche tengono lontano boie e bestiacce varie, quindi spargile un po’ dappertutto. Seminando frequentemente e a caso, l’orto inizierà ad assomigliare sempre più ad un bosco incasinato; la diversificazione delle piante funge da ospite per diversi tipi di insetti, rane, e uccelli, ed e’ il fattore principale nella lotta contro i parassiti e le malattie delle piante.

Alcune erbacce più forti delle altre possono passare attraverso; respingile sotto il cartone, ricoprile di carta bagnata e ricopri il tutto di segatura. Eventualmente tutte le erbacce muoiono con questo trattamento, lasciando l’orto libero, con solo le tue belle verdure con la testa all’aria. Un altro trucco e’ quello di scavare dove e’ cresciuta l’erbaccia, riempire il buco di rifiuti della cucina e ricoprire.
Non seppellire mai segatura o ritagli di legno; lasciali appoggiati in superficie dove l’azoto atmosferico ne facilita la decomposizione. I vermi danno abbastanza letame al terreno senza bisogno di aggiungerne. Mantieni la pacciamatura aerata, non lasciarla comprimersi troppo, mischia erba o segatura con materiale duro e asciutto tipo corteccia o pezzi di legno.
Con il sistema di pacciamatura a strati la produttività dell’orto e’ maggiore rispetto ad un orto tradizionale, richiede poco lavoro e attenzione e, sopratutto, non ha bisogno di essere bombardato di fertilizzanti, pesticidi e antiparassitari. L’idea e’ quella di un orto come un ecosistema che si prenda cura di sé, richieda il minimo intervento da parte nostra (che lavorare stanca), e consumi la sua propria energia senza bisogno di aggiungerla dall’esterno. L’esatto opposto del tipo di agricoltura capitalista che si e’ imposto nel mondo, costantemente in deficit energetico (consuma molta più energia di quella che produce), distruttivo e inquinante per l’ambiente (la monocultura facilita la vita e lo sviluppo dei parassiti).

[Per chi e’ interessato, il concetto poi va oltre, si può iniziare a considerare la casa come parte integrante dell’orto e creare un sistema che raggiunga il più possibile l’autosufficienza energetica.
Questo pezzo sulla pacciamatura a strati e’ un mix fra l’articolo A Cardboard Revolution apparso in Permaculture Magazine (estate 1997) ed un capitolo di Introduction to Permaculture di Bill Mollison. Stiamo lavorando ad una traduzione dell’intero testo. Per aiuti, consigli, semi, contattateci pure.]

Dade Fasic, direttore della Nottingham Psychogeographical Unit per il
Collettivo Contadini Autonomi, sez. Alto Canavese (CCA-AC )

 

 


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