Sorpresa, sorpresa, l'Omphaloi di Nottingham e' cosa privata

L'Inghilterra e' piatta. Non piatta come un deserto, intendiamoci, ha le sue piccole collinette, i suoi su e giu', che sembrano piu' cumuli dimenticati li' dai muratori che non colline vere e proprie.
Ma e' piatta dentro. Qui una volta c'erano montagne imponenti, colline drammatiche. Ora sono nella loro fase di erosione avanzata, lentamente si stanno appiattendo, non sono colline, non tendono verso l'alto, sono downs, tendono verso il basso. Questa e' la sensazione che danno, e la gente le recepisce. Non hanno mai costruito verso l'alto. Le case hanno al massimo 2 o 3 piani. O forse e' perche' il maschio inglese e' sempre stato cosi' poco macho da non voler riempire il panorama di simboli fallici, surrogato d'impotenza (mm). O forse e' solo perche' Le Courbousier era francese ed i francesi non son mai andati di moda in Inghilterra.
Forse, forse. Comunque l'Inghilterra e' piatta, e' un piano padano non coltivato, e le Midlands, le terre di mezzo, sono il piattume della piattagione. Nottingham, al centro delle Midlands e' il piattone del piattume della piattagione. Eppure vanta una collina, anzi una duna, un rialzo. Il centro e' ben adagiato fra il fiume (confine sud) e la cresta (confine nord). Nelle mie derive questa cresta e' sempre stata un traguardo, un ostacolo, un confine. Salendo una qualsiasi delle strade quasi parallele (una rarita' da queste parti) che dal centro vanno verso nord, su per il versante dolce della cresta la sensazione e' sempre piacevole. Non sembra di salire un calvario ma di elevarsi al di sopra di questa citta' piatta. Giunto in cima il godimento e' finito. Una strada corre lungo tutta la cresta. Al di la' c'e la periferia di Nottingham e oltre, la contea, la terra dei buzzurri, Mansfield, l'Inghilterra dei bulldog. Mansfield e' una cittadina dove tutti sono disoccupati, dove c'e' il piu' alto numero di skinhead pro-capite, dove il BNP (i nazi) ha appena spostato la sua sede nazionale. Non scendo, cammino lungo la cresta costeggiando un muro di pietre grosse.
Riseguendo il percorso sulla mappa mi rendo conto che il muro nasconde una via verde. Una strada verde che seguendo la cresta della collina arriva nel punto piu' alto. Un cerchio verde e blu. Un punto di osservazione, qui. Abbracciare tutto, nord, sud, est, ovest. Cazzo, ci vado.
Trovo la via segnata in verde. E' una strada d'erba. Non un sentiero, ma una strada di citta' vera e propria, con tanto di case che ci si affacciano su da un lato, solo che e' coperta d'erba. Erba, bellissima. Salgo. Il cerchio, l'omphalos di osservazione si avvicina, ci arrivo. E' un cerchio perfetto di muratura e dietro vedo una collina d'erba salire ancora per un metro o due. Fra me e lui, un muro alto circa un metro e un'inferriata alta altrettanto. Ci giro intorno, i cancelli sono lucchettati. Bastardi. Non mi scoraggio. Ci salto su e faccio per arrampicarmi, ma mi lascio andare subito. Sono imbrattato d'olio, o catrame o che cazzo sia non lo so. La cancellata e' ricoperta di una sostanza nera, appiccicosa, oleastra. Bastardi. L'unico punto di osservazione di questa citta' e' chiuso, cinto e oliato. Puoi entrare se vuoi, ma prima devi passare attraverso l'umiliazione dell'impeciatura, oppure chiedere un permesso che probabilmente ti sara' negato.
Bestemmio. Un vecchio mi sente e mi spiega che dietro il cerchio c'e' una riserva d'acqua e che la cancellata e' li' per evitare che qualche bambino ci cada dentro. Forse. Forse.
Non smetto di pensare che l'unico punto in cui si possa abbracciare la citta', un punto per il quale qualche secolo fa ci si sarebbe scannati, sia propieta' privata. Anzi, no, meglio, propieta' pubblica chiusa al pubblico. Non siamo usciti dal Medioevo, l'abbiamo solo surrogato.

½© Dade Fasic per la Nottingham Psychogeographical Unit
Gia' pubblicato in Micros Megma n.1/1996, Bologna



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